RECENSIONE: Al di là dei tuoi occhi ( Volume unico ) di Paola Serra

Esistono legami che il tempo e le distanze non posso spezzare.
Ci sono cuori che battono all’unisono nonostante le barriere e le paure dietro cui si sono trincerati.
Dalle praterie erbose del Wyoming alla grande metropoli di New York, la storia di Noah e Beck racconta di seconde occasioni da cogliere, di sofferenze e traumi da superare, di forza interiore e coraggio da dimostrare.
Tra arte ed equitazione, ranch e nuove esperienze nella Grande Mela, tra nuovi e vecchi amici, lasciatevi trasportare in un amore complicato, ma ricco di emozioni

Ed eccola la recensione di oggi. Il libro volume unico della Munsee series di Paola Serra.
Lo so, come al solito ci metto una vita per buttare giù una recensione, ma alla fine ce l’ho fatta!

Questa serie è stata unita in un unico libro, poiché era già stata pubblicata in vari volumi.

Mi è piaciuta? Ni! Nel senso che ci sono state molte cose che non mi hanno fatto appassionare alla storia e in più il tutto è condito da un’evidente mancanza di editing.

Ma parliamo del libro.
Ci troviamo in Wyoming, dove Noah ritorna per l’estate nel suo vecchio paese. E’ lì perché forse è l’unico che potrebbe aiutare la sua amica d’infanzia Beck, che sta vivendo un periodo nero della sua vita.
Chiaramente quando la rivede, Beck è un’altra persona. Non è più quella ragazzina libera e felice, con cui giocava tra le praterie. Ora si è trasformata in una donna con lo sguardo tagliente e schivo e che ha messo intorno a lei un muro di ostilità.

Noah, cercherà in ogni modo, di scalfire quella reticenza da parte di Beck e nel farlo i suoi sentimenti cambieranno, facendogli capire che quella che ha davanti non è solo la bambina con cui giocava da ragazzino, ma molto di più.

Chiaramente questo è solo l’inizio di una storia davvero lunga poiché, essendo due libri in uno, succedono diverse cose che fanno andare in varie direzioni i personaggi.

I protagonisti sono due parti della stessa mela. Cresciuti insieme hanno sempre vissuto l’uno con l’altro, fino al trasferimento di Noah a New York.

Beck ci viene introdotta come un personaggio schivo, arrabbiato con il mondo ed inavvicinabile, ma tutto questo è sintomo di una forte sofferenza. Tutte le persone che ha amato, l’hanno abbandonata, facendola sprofondare nello sconforto.

Noah è un ragazzo che prende in mano le redini della storia. Cerca sempre di trovare una soluzione senza farsi abbattere da niente e da nessuno, seppur crolli di tanto in tanto.

La storia di per se è anche buona, ma come ho detto prima, la mancanza di editing mi ha fatto perdere quella magia nella lettura.
Molti punti sono di troppo e ci sono capitoli che potevano tranquillamente essere tagliati o inglobati in altri. In più non ho apprezzato i capitoli aggiuntivi ( non dal punto di vista dei nostri protagonisti ) di altri personaggi, che raccontano le loro vicende e che non aiutano ad immergersi nella storia al 100%. Insomma, tutto questo rende la storia davvero pesante e per niente immersiva come dovrebbe, difatti non sono riuscita ad empatizzare con nessuno dei protagonisti.

Quello che ho apprezzato però è stata la parte “ludica” del libro. Beck è una campionessa di gare equestri, che riprende a frequentare quando riesce a superare un peso che si porta dentro. Quella parte del libro mi è piaciuta molto. Ho trovato interessante seguire la protagonista nelle sue gare e soprattutto immergersi delle sue emozioni durante una gara.

Insomma, ad ogni molto, la penna di Paola non è male anzi credo che abbia un buon potenziale come scrittrice, ma una storia ha bisogno di essere snellita da frasi e pensieri di troppo per essere accattivante per il lettore.

Ve lo consiglio se amate le storie complesse e i second chance, se però cercate una storia con un editing perfetto, beh! questo non è il libro che fa per voi.

RECENSIONE: Issue ( Red Oak Manor Collection #3 ) di Bianca Ferrari

Israel Silver ha lasciato Red Oak Manor appena finito il liceo ed è tornato a casa sempre più raramente, troppo impegnato a inseguire il sogno di condividere la sua musica con il mondo. La grande occasione per lui arriva nove anni dopo il suo trasferimento: un’etichetta discografica gli offre un contratto per il suo prossimo disco e lo riporta a pochi chilometri dal luogo in cui è cresciuto.
Virginie invece non è mai uscita da Red Oak Town. Ha una passione per il disegno, un solo amico, diciott’anni, molti dubbi e un’unica certezza: il suo cuore appartiene da sempre a Israel Silver. Glielo ha lasciato ancora prima di rendersene conto e non lo ha mai rivoluto indietro. Non lo rivuole nemmeno ora che lui è tornato.
Neppure adesso che Israel cerca di tenerla a distanza.
Perché per lui Virginie è proibita.
Perché porta il suo stesso cognome e non dovrebbe guardarla. Non dovrebbe desiderarla.
Ma Israel la guarda. La vede. E la desidera più di ogni altra cosa.
Eppure, il conto da pagare per quella attrazione è davvero troppo salato. E cosa puoi fare quando tutto ciò che vuoi è a un solo passo, ma quel passo è proprio sull’orlo di un precipizio?

Dopo un momento di impasse, ritorniamo a buttare qualche recensione su questo blog.
Sentivate la mia mancanza? *___*

Oggi, finalmente, vi parlo del terzo libro di una delle Collection più chiacchierate in questo 2022, ovvero Issue ( si il libro dal nome impronunciabile per me! ) di Bianca Ferrari

Un Age Gap, Forbidden con protagonista Israel, uno degli ex membri dell’orfanotrofio di Red Oak Town.
Israel, che avevamo già conosciuto in Wings, ormai lontano dai corridoi bui del Maniero è diventato un Rapper abbastanza famoso chiamato Iz the Issue.

Quando sembra andare tutto per il meglio, il nostro protagonista tornerà a Red Oak per andare a trovare il fratello e sua nipote che vivono ancora in quella cittadina.

Virginie, la nipote di Israel, ha un’adorazione per suo zio da quando è bambina. Lo segue da lontano, tra riviste patinate e programmi televisivi. Quando dopo anni lo rivede, seppur all’inizio quasi lo odi per averli “dimenticati”, capisce che quella per lui non è solo un “adorazione”, ma è molto di più.

Insomma, questo è solo l’inizio di una lunga e travagliata storia.

Israel è un personaggio taciturno, solitario, ma che dentro di se invece urla ed è pieno di pensieri nella testa. Il suo unico tarlo, quello che lo rovina, è proprio Virginie.

Virginie è un’anima libera, amante della vita e di quello che la circonda. Più e più volte ho tentato di capire il perché di alcuni suoi atteggiamenti nei confronti di suo zio e se da una parte avrei voluto urlarle contro, dall’altra ho compreso bene le sue insicurezze e alcuni dettagli di un personaggio molto frastagliato.

Questi due, sono due anime affini, nate per essere un unica persona, l’unico problema è proprio quel legame di parentela che li stritola e li divora.

Chiaramente questo libro ha una serie di colpi di scena davvero tosti che vi faranno più e più volte venir voglia di prendere il libro e gettarlo lontano, ma che poi ti obbligherà a riprenderlo e continuare a leggere.

E’ una storia che consuma i due personaggi ed anche il lettore, perché alla fine del libro, oltre a lasciarvi delle emozioni che faranno parte di voi per diversi giorni, di sicuro avrete bisogno di una cura per lo stomaco.

Bianca Ferrari, che non avevo mai letto prima di questa collection, ha una penna incisiva, delicata e capace di far entrare il lettore nelle sue storie, nel bene e nel male. Ogni dolore di Israel, ogni emozione di Virginie ogni sentimento descritto all’interno del libro diventa parte integrante del lettore.

Non credo possa dirvi di più di questa storia perché qualsiasi cosa io dica sarebbe a rischio spoiler, quindi è meglio far scoprire questo libro a voi. Un libro ed una serie che continuo a consigliare, soprattutto se vi piacciono le storie particolari e con un angst bello intenso.

RECENSIONE: Petali e spine di Naike Ror

Scarlett è giovane, brillante, di una bellezza non artefatta, ha un innato talento con i numeri e insegue decisa la propria indipendenza. Vuole affrancarsi da una famiglia ingombrante e dai doveri imposti dal blasone. Per liberarsene è anche disposta a rinunciare a ogni agiatezza, eppure è una Lancaster, e non si può sfuggire ai demoni del proprio albero genealogico, non prima di averli combattuti e vinti.

Jaxon York, spregiudicato e ambizioso, graffiante come un aculeo, affascinante e temprato dal dolore di un trauma del passato, ha il corpo scolpito dai sacrifici sportivi e l’animo eroso dalla voglia di rivalsa. Ha toccato il fondo più volte, risalendo sempre la china, conquistando posizioni via via più alte e ora, vicino alla vetta del potere, non può permettersi passi falsi. Deve affilare le armi e, se serve, tirar fuori senza remore la cattiveria sopita con cui la vita di periferia lo ha forgiato.

Sotto il cielo plumbeo di Liverpool, Scarlett e Jaxon avanzano ignari dei piani che il destino ha in serbo per loro, rimescolando le carte e incrociando le loro strade dove si erano interrotte, sedici anni prima. Due vite opposte, due cognomi divisivi dalla Guerra delle due Rose, Scarlett e Jaxon sembrerebbero inconciliabili ma la forza prorompente dell’amore a volte riesce a sovvertire anche il marchio ineluttabile della storia.

La collisione sarà inevitabile, lo scontro feroce, le radici familiari sembreranno catene e liberarsi dalla loro prigionia ferirà senza alcuna pietà. Riuscirà un raggio di sole a squarciare le nubi di Liverpool, illuminando il destino di Scarlett Lancaster e Jaxon York? Potranno mai convivere petali e spine senza che la bellezza delle rose venga lacerata?

La storia di un amore appassionato e rivalità spietata tra gli esponenti di due famiglie nemiche.

Con le recensioni deliranti in standby, recuperiamo le recensioni per il blog.
Questa volta parliamo del libro in Collaborazione con Always ( che è sempre figo dirlo *___* ) di uno dei libro più chiacchierati nell’ultimo periodo, non solo per la storia, non solo perché è la prima volta che leggo quest’autrice, ma perché Naike Ror è la prima autrice italiana per la Always Publishing.
Quindi immaginate la mia gioia quando è stata svelata la notizia. In una botta sola potevo leggere un’autrice che non ero mai riuscita a leggere ed anche la prima autrice italiana di questa CE. Insomma, ho fatto bingo!

E’ un office romance, ma prima di tutto questo libro è ispirato alla “Guerra delle due Rose” ( se non sapete cosa sia, andate ad informarvi! ).
Chiaramente è tutto in chiave moderna e ci troviamo a Liverpool, dove i nostri due protagonisti sono Jaxon e Scarlett . Lui figlio di uno York, che dopo la morte del padre è stato preso sotto l’ala protettrice di Nevil Lancaster, diventando uno squalo e con voglia di rivalsa e potere.
Da l’altra parte c’è Scarlett Lancaster, figlia adottiva di Nevil, che viene convocata dal padre, seppur non voglia avere nulla a che fare con gli affari di questo, per osservare da vicino gli andamenti dell’azienda, dato che lui dovrà decidere a chi dare la direzione della Lancaster Industries, se a Jaxon o al figlio Archie.

Chiaramente, da subito tra Jaxon e Scarlett saranno scintille. I due si metteranno i bastoni tra le ruote, più volte ( più lui che lei in realtà ), lasciandoci più volte con il fiato sospeso.

Questo libro è stato come salire sulle montagne russe.
Naike Ror è una di quelle autrici che riesce con poche parole a lasciarti senza fiato. I due personaggi sono costruiti così bene che ti sembrano reali.
Mentre leggevo la storia, mi sentivo coinvolta in prima persona e mentre i due protagonisti se ne facevano di cotte e di crude, ero anche io lì a dare man forte prima ad uno e poi all’altro.

Il plot twistone del libro mi ha lasciata piacevolmente stupita perché, non me l’aspettavo e se un’ autrice riesce a farmi tenere l’attenzione e soprattutto riesce a non farmi capire le magagne del libro beh! Chapeau!

Oltre alla ottima caratterizzazione dei personaggi principali, ci sono anche quelli dei personaggi secondari. Prima di tutto Archie Lancaster, il fratello di Scarlett, sempre in lotta con Jaxon per il ruolo di capo delle Industrie.
La segretaria di Jaxon, Trix. Il rapporto tra di loro mi ha riportato per un momento al rapporto tra Donna e Harvey in “Suits“, ovviamente senza tensione sessuale, in più lei è un personaggio con una bella personalità ed un bagaglio consistente alle spalle.

Insomma, se vi piacciono i libri scritti bene, con una trama davvero complicata e personaggi davvero ben costruiti … LEGGETELO! Perché è tutto molto bello! *___*

RECENSIONE: Kissing Song di Lea Landucci

«I sogni sono preziosi anche quando non li esaudisci. Sono i fili che sostengono l’esistenza.»

Venticinque anni e il sogno nel cassetto di studiare effetti speciali per il cinema, Bianca è disposta a tutto pur di poter andare a Hollywood. È per questo che di notte diventa Noir e lavora al Crystal, un locale spicy di periferia. Ma presto arriva la svolta: le viene offerto il posto di assistente per la succursale italiana di un’azienda di skincare coreana, la Song Cosmetics. Bastano poche ore in ufficio per rendersi conto che il suo capo è un uomo contraddittorio, ostile e pieno di segreti. E se c’è una cosa di cui Bianca è convinta è che i segreti sono fatti per essere svelati…

Ed eccomi qui con la recensione dell’ultimo libro di Lea Landucci.
Questo libro è molto particolare, come la sua autrice, e l’ho trovato estremamente geniale perché non è solo un romanzo rosa.

Oltre la storia, divertente e accattivante, capace di prendere pieno possesso delle tue capacità cognitive fino a che non lo finisci ( e poi anche in quel caso piangi ), la cosa che mi è piaciuta di più è stato il fatto che la Landucci abbia sperimentato, scrivendo un libro con la sua community ( ovviamente non tutto eh! ), diciamo che durante la stesura ha chiesto ai suoi “seguaci” cosa avrebbero voluto che lei inserisse all’interno del libro e grazie a questo, il libro ha preso forma. Insomma, CHI autore chiederebbe mai ai suoi follower di indirizzare le scelte dei protagonisti? Solo una persona estremamente creativa come la Landucci.

La storia poi è davvero brillante.
Bianca, la protagonista della storia, dopo essere uscita dall’università con una laurea in economia, ha solo un sogno, andare in America per studiare effetti speciali. Il problema è che purtroppo non riesce a trovare un lavoro ben retribuito che le possa permettere di mettere qualcosa da parte per iniziare la sua nuova idea di vita. L’unico lavoro che riesce a fare è quello di cameriera sexy in un locale notturno di Firenze, facendosi chiamare Noir.

Però dopo un serie di tentativi riesce ad essere assunta nella Song Cosmetic, un azienda di prodotti Coreani con sede proprio a Firenze, per fare l’assistente del suo capo Song Yoo, un uomo che non ha mai visto e che si suppone sia gay.
Quindi la nostra protagonista, come una novella eroina, di giorno è Bianca e di notte e Noir.
Proprio una notte però incontra Damiano, che la salva da un’aggressione … da quel momento in poi diciamo che la vita di Bianca viene “leggermente” stravolta.

Non posso dire di più perché questa storia è davvero piena di colpi di scena. Diciamo che la Landucci ha creato un libro che non annoia mai, con dei protagonisti davvero ricchi di sorprese.

Chiaramente oltre la vita di Bianca, fanno capolino nella storia altri personaggi particolari, come Bernardo, il fratello di Bianca, Avvocato, sexy e molto gay, che renderà, ad un certo punto della storia, tutto molto frizzante questo anche grazie a Dante , un personaggio che ho amato da impazzire, perché di un’ironia spettacolare.

E poi c’è lei Nonna Maria, che con le sue perle di saggezza porta avanti le sue idee e non ci mette due minuti a mettere a posto i nipoti.

Chiaramente, Lea oltre a rendere il libro divertente e romantico, parla comunque di temi molto importanti, come l’abbandono, l’omofobia, la difficoltà dei giovani di oggi nel realizzarsi, ma non solo … ci fa, anche, entrare in contatto con la cultura Coreana. Insomma, in questo libro c’è tutto!

Quindi, se volete un bel libro da leggere questa estate, io vi consiglio assolutamente Kissing Song, perché fidatevi, non potrete farne a meno.

RECENSIONE: Stuck ( Red Oak Manor Collection #2 ) di Marilena Barbagallo

Dylan non sa quando è nato. È stato abbandonato, ancora in fasce, davanti al cancello dell’orfanotrofio in cui è cresciuto. Era domenica, perciò lo hanno chiamato Sunday. L’unico colore che definisce la sua vita è il grigio delle mura di Red Oak Manor, ma c’è stato un tempo in cui una ragazzina è riuscita a renderlo felice. È bastato uno sguardo a legarlo per sempre a lei.
Nonostante sapesse di aver conosciuto l’amore, ha dato il peggio di sé: rabbia e gelosia. Pur di proteggerla dal suo peggior nemico, l’avrebbe lasciata andare per sempre.
E lo ha fatto.
Eppure, ci sono sentimenti destinati a non spegnersi mai. Lo sa bene Arya Torres, oggi attrice di successo, il tormento di Dylan. Lui non sopporta di vederla sulle riviste e in quei dannati film, lei di non avere sue notizie. Il giorno in cui si incrociano a Los Angeles, a un party privato, niente sembra essere cambiato.
Lei ha ancora bisogno di essere la sua farfalla.
Lui di incastrarla nella sua ragnatela.
Ma per un criminale non può esserci spazio nel mondo scintillante di una star di Hollywood.

Ed eccomi qui con la seconda recensione della Red Oak Manor Collection e con la sua prossima autrice Marilena Barbagallo che già in precedenza avevo recensito con altri libri scritti da lei e che avevo amato molto.

Insomma, questa seconda storia parla di Dylan e Arya. Entrambi sono stati orfani del Maniero, anche se Arya è stata portata lì a causa della madre, alcolista e con un dubbio gusto in fatto di uomini.
Dylan invece è stato lasciato al maniero ancora in fasce e quindi è cresciuto tra quelle mura.

Dopo vari anni i due ormai hanno cambiato le loro vite.
Arya è una stella di Hollywood, l’attrice più richiesta, mentre Dylan lavora al soldo di Mr. Sherman, il proprietario di Red Oak Manor e nonno di Jace ( il protagonista maschile di Wings ).

I due che avevano avuto un passato molto intenso al Maniero, si rincontreranno in particolari circostanze e diciamo che da quel momento in poi tutto convergerà per far si che le loro vite ritornino ad incontrarsi.

Che dire di questo libro? Come al solito amo la scrittura di Marilena Barbagallo. Quest’autrice riesce farti sentire sulla pelle la frustrazione e il dolore dei suoi personaggi.

Il libro si divide in passato e presente e grazie a questi salti temporali riusciamo a capire bene le vicende del prima e del dopo.

Questa storia però, seppur l’“amore” tra i due protagonisti, secondo me è più una ricerca di Dylan della verità. Ci troviamo ad un certo punto del libro che quello che più vuoi approfondire è il rapporto di Dylan e Sherman ( almeno per me così è stato ). Insomma per me il fulcro di questa storia è il rapporto tra questi due, più che la vera storia d’amore tra i due protagonisti ( con tanto di colpo di scena finale WTF! ).

Sta di fatto che anche questo libro ti coinvolge in tutte le sue “sfumature” ( … ops! ) perché pagina dopo pagina scopriamo che sotto tutta quell’ostilità Dylan è un uomo che ha sofferto e Arya una ragazza che per quanto all’esterno sembri fragile è capace di essere più forte di quello che si pensi.

Ho trovato questo libro diverso dal solito. E’ come se la Barbagallo si fosse frenata un pochino, ma questo forse è anche il problema di far quadrare dei punti clou con quelli delle altre nove autrici. Sta di fatto che anche questa volta la Red Oak ha spaccato ed io ribadisco che, il lavoro fatto, è uno dei migliori dell’anno.

Insomma, acquistatelo, leggetelo e amatelo.

RECENSIONE: Scappacuore di Lea Landucci

Anno nuovo, vita nuova, si dice. E Valentina ha preso il proverbio alla lettera: si è licenziata, si è data al decluttering selvaggio del suo appartamento, ha deciso di diventare vegana e soprattutto si è liberata di un fidanzato tossico. Nella frenesia di un’esistenza più ecosostenibile, ha anche affittato su Airbnb la stanza degli ospiti ed è così che in casa sua piomba Riccardo, un musicista tatuato con insospettabili capacità culinarie e un talento originale: scappare dall’amore. Profondamente diversi l’una dall’altro, Valentina e Riccardo si imbarcano in una convivenza forzata che li trasforma da estranei incompatibili a complici affiatati finché il passato e i segreti di entrambi arrivano a rompere l’idillio. A quel punto, il loro cuore cercherà la fuga o alla fine si renderà conto che vale la pena restare?

Ed ecco qui la recensione del romanzo breve di Lea Landucci “Scappacuore” ( o almeno per me che sbaglio quasi sempre il titolo “Spaccacuore” come la canzone di Bersani, Appost! ).

Questo piccolo romanzo è un concentrato delle sperimentazioni della signora Landucci e devo dire che l’ho trovato davvero spassoso.

La storia si svolge completamente nelle quattro mura di casa della protagonista, Valentina. La ragazza decide di cambiare vita diventando vegetariana, abbandonando il lavoro ed eliminando le cose in l’eccesso. Per ottemperare alla mancanza di denaro decide di fittare una delle sue stanze vuote, per un mese, ad un ragazzo, ovvero Riccardo, un musicista che entra prepotentemente nella vita della protagonista.

La convivenza sarà davvero estrema da tutti e due i lati, perché Valentina cambia idea, sul fatto di affittare la stanza ad un perfetto sconosciuto, quasi ogni giorno.

La cosa che mi ha fatto appassionare al libro e principalmente alla storia è il fatto che lo stile durante il racconto cambia. Se all’inizio ci troviamo ad avere a che fare con una storia divertente e frizzante, piano piano inizia ad esserci un cambiamento, questo ovviamente non varia la “frizzantezza” ma, gli argomenti, iniziano a cambiare e dalla leggerezza a cui siamo stati abituati all’inizio, la Landucci, stravolge questa nostra certezza portandoci a riflettere su alcuni avvenimenti nella vita dei protagonisti.

L’idea di racchiudere tutta la storia nella casa di Valentina, senza farci uscire fuori da questa, è quello che serve per far entrare il lettore in una sorta bolla. In questo libro siamo un po’ i voyeur o gli spettatori di uno spettacolo teatrale, osserviamo le vicende dei protagonisti. Li guardiamo mentre commettono errori, mentre si innamorano, mentre litigano, psicanalizzandoli con occhio critico e facendoci noi stessi un’idea personale.

Mi è sembrato un “Carnage” di Polanski ( ovviamente meno esasperato ) scritto su carta e questa cosa mi è piaciuta molto.

I due protagonisti sono completamente gli opposti, ma entrambi hanno qualcosa che li tormenta e proprio questi tormenti usciranno fuori durante la storia.

Un’altra cosa che ho apprezzato molto è il fatto che Riccardo e Valentina non siano descritti come bellissimi e stupendi, ma normali. Due persone con cui possiamo entrare in empatia.

Insomma, non è il classico libro rosa, anzi diciamolo proprio chiaro e tondo, lo è ma non lo è … quindi se volete farvi un’idea vi consiglio di acquistarlo e farmi sapere cosa ne pensate o qui sul blog o sulla mia pagina instagram.

RECENSIONE: Il duca e io ( Bridgertons #1 ) di Julia Quinn

Londra, 1813. Simon Arthur Henry Fitzranulph Basset, nuovo duca di Hastings ed erede di uno dei titoli più antichi e prestigiosi d’Inghilterra, è uno scapolo assai desiderato. A dire il vero, è letteralmente perseguitato da schiere di madri dell’alta società che farebbero di tutto pur di combinare un buon matrimonio per le loro fanciulle in età da marito. E Simon, sempre alquanto riluttante, è in cima alla lista dei loro interessi. Anche la madre di Daphne Bridgerton è indaffaratissima e intende trovare il marito perfetto per la maggiore delle sue figlie femmine, che ha già debuttato in società da un paio d’anni e che rischia di rimanere – Dio non voglia! – zitella. Assillati ciascuno a suo modo dalle ferree leggi del “mercato matrimoniale”, Daphne e Simon, vecchio amico di suo fratello Anthony, escogitano un piano: si fingeranno fidanzati e così saranno lasciati finalmente in pace. Ciò che non hanno messo in conto è che, ballo dopo ballo, conversazione dopo conversazione, ricordarsi che quanto li lega è solo finzione diventerà sempre più difficile. Quella che era iniziata come una recita sembra proprio trasformarsi in realtà. Una realtà tremendamente ricca di passione e coinvolgimento.

Era da un po’ che avevo deciso di leggere questa serie di Julia Quinn. Vuoi per la serie tv, vuoi perché in giro per il web se ne parla molto bene. Insomma, mi sono immersa in questa lettura.

Purtroppo ho potuto constatare di quanto sia stato noioso ed imbarazzante questo libro. Decisamente meglio la serie tv, che per quanto si discosti dal libro è molto più interessante del suo alter ego su carta.

Daphne Bridgerton, la quarta figlia, ma la prima a debuttare in società. Dopo un anno precedente disastroso per la ricerca di un marito, decide che il suo secondo anno avrà la svolta giusta. Peccato che tutti gli uomini che si avvicinino a lei vengano rimpallati dal fratello maggiore Anthony, che ha sempre qualche punto in disaccordo con i corteggiatori della sorella.

Un giorno però ritorna il Duca di Hastings, un libertino che ha deciso di non sposarsi per non continuare la dinastia del padre che non lo ha mai amato. Ovviamente viene invitato ad uno dei tanti balli e si imbatte in Daphne, che sta per essere assalita da uno dei suoi corteggiatori. Tra i due scatta subito una scintilla, ma soprattutto entrambi vogliono qualcosa. Daphne trovare un marito e il Duca non essere preso d’assalto dalle madri impazzite. I due fanno un patto, quello di fingere di essere una coppia, ma si sa che non tutto è destinato a durare.

Ora, lasciando perdere che i regency sono più o meno simili, ma ho trovato Daphne davvero fastidiosa così come personaggio del Duca, una vera spina nel fianco. Due personaggi che dovevano affascinarmi e coinvolgermi con i loro idilli interiori, mi hanno fatto effetto contrario, ovvero, quello di un calcio nelle palle, ben assestato e di punta.

Daphne è un lagna che punta i piedini e che sa tutto lei anche se non sa assolutamente nulla ( perché ci tiene a ribadire che ha quattro fratelli maschi e conosce bene TUTTO! eccheppalle! ), seppur abbia un caratterino davvero poco regency ed in alcuni casi è anche divertente.
Il Duca che doveva essere la controparte di polso e di una certa dominanza, si lascia rigirare come un calzino dalla protagonista, in più le ottocento paturnie mentali mi hanno fatto andare KO, per quanto all’inizio mi piacesse come personaggio.

Insomma, che dire, non mi è piaciuto per niente e non credo che continuerò questa serie, preferisco vedere il telefilm su Netflix e almeno rifarmi gli occhi.

RECENSIONE: Letters to Love ( One more #3 ) di Trisha Wear

Astrid Evans crede nella diversità.
Pensa che la bellezza del mondo sia nei particolari, nelle trame intricate che ognuno custodisce nel petto e nelle sfumature dell’animo a cui hanno accesso in pochi.
Lotta per l’uguaglianza, contro l’errata credenza che “diverso” voglia dire “sbagliato”. E lo fa usando l’unico strumento a sua disposizione: la voce.
Frequenta la Boston University e conduce Letters to Love, un programma radiofonico che ruota attorno all’amore in ogni sua forma, uno spazio in cui le persone non vengono giudicate, ma accompagnate per mano lungo un sentiero fatto di paure e speranze.
Perché lei è stata la prima a sentire il peso del giudizio, a inciampare sui timori e sulla solitudine e a cadere.
Mentre combatteva per riprendersi la sua vita ha lasciato indietro il cuore, ma non sa che presto verrà riempito di una nuova armonia proprio da chi le ha sempre puntato il dito contro: Blake Reyes.
Loro sono voce e silenzio, un cielo ricco di sfumature contro il buio della notte, l’incertezza contro la perseveranza.
Astrid capirà che non si può spiegare a parole qualcosa che solo il silenzio sa svelare e che resistere ai brividi scatenati dalle emozioni è impossibile. E solo allora si concederà di essere di nuovo libera.

Ed eccomi qui, dopo un po’ di tempo, a recensire un libro letto tempo fa.

Ho deciso che era giunta l’ora del terzo libro della serie One more di Trisha Wear che ho trovato decisamente perfetto così come gli altri due precedenti.

I protagonisti di questa storia sono Astrid Evans e Blake Reyes.
Rispettivamente la sorella del protagonista maschile del primo libro, Dexter, e compagno di squadra di quest’ultimo.
Nei libri precedenti Trisha aveva buttato le basi per questa coppia. Si vedeva ( in modo alquanto strano ) l’interesse di Blake per la piccola Astrid. Seppur non abbia mai palesato a nessuno quest’interesse.

Astrid lavora alla radio della sua università, dando voce alle persone che non riescono a dire quello che davvero pensano. Legge le loro lettere e diciamo che questo la stimola a lottare per la diversità di tutti.
Il passato di Astrid è particolare, perché sotto la facciata da brava ragazza c’è una donna che ha sofferto ed ha abusato di droghe.

Quando ad una festa però incontra Blake, il taciturno ex compagno della squadra di Hockey del fratello maggiore, qualcosa inizia a cambiare. I suoi silenzi pian piano abbattono un muro, la corazza che Astrid si era cucita addosso ed in più si scopre che sotto tutto quel silenzio invece c’è un ragazzo che grida.

Come al solito la penna di Trisha è una delle più brillanti sul panorama self italiano anche se continuo a dire che si mangia i dizionari a colazione ( ci sono dei termini che io stessa non conosco, sarò ignorante? boh! può essere! ).

Le sue storie sono una sottile denuncia ai problemi del nostro millennio, conditi da due protagonisti davvero eccezionali.
Blake è un personaggio che di primo acchito non comprendi pienamente, forse anche a causa dei suoi silenzi, però quando il silenzio lascia spazio alla voce, ecco tutto prende un’altra sfumatura.
Astrid è un personaggio “strong”, forse molto di più delle protagoniste precedenti, anche perché ha un disagio che le ha corroso la pelle, ma che l’ha rafforzata e resa più forte ed indipendente alla vita.

Insomma, che dirvi, io vi consiglio di leggere questa serie, perché in ogni libro scoprirete qualcosa di diverso. Un’amore, una passione, un dolore. Tutto scritto in modo perfetto, da una penna perfetta, che continuerò a leggere senza dubbio.

RECENSIONE: Nessuno disturbi l’Amore di Anna Zarlenga

Dori è una scrittrice. A ventotto anni vive ancora con la famiglia, che non la incoraggia affatto, anzi, la soffoca con richieste continue, convinta che in fondo, il suo, non sia un vero lavoro. Ma Dori, sotto lo pseudonimo di Delphine M. Bright, con il primo romanzo ha avuto molto successo. Ha persino sperato che da quel momento in poi la sua vita potesse cambiare. Purtroppo i successivi romanzi non sono andati altrettanto bene e ora il rischio di un altro flop la terrorizza. Come se non bastasse, l’editor la incalza perché consegni in tempo e questa volta condisca la trama “con un po’ di pepe”. Ed è proprio questo il problema… Dori non sa proprio cosa sia il pepe. La sua vita amorosa è ormai da tempo inesistente. In un momento di crisi dovuto allo stress in famiglia, Dori dà fondo ai suoi pochi risparmi e decide finalmente di andare a vivere altrove, per ritrovare un po’ di tranquillità. Non navigando nell’oro, l’unica possibilità è affittare una stanza insieme ad altri studenti. In fondo uno studente dovrebbe studiare: quale fastidio potrebbe mai darle? Dori non immagina proprio in quale guaio sta per cacciarsi…

Ed eccola qui la recensione di questo libro che ho avuto l’onore di leggere in anteprima e di averlo in regalo dalla stessa autrice.

Non è la prima volta che leggo un libro di Anna Zarlenga.
Precedentemente di suo avevo letto Fidanzato Part-time che avevo adorato e ora … adoro anche questo.

Come al solito ci ritroviamo a Napoli, dove Dori autrice di romanzi rosa, dopo l’ennesimo boicottaggio della famiglia alla sua quiete, decide di prendere tutto e trasferirsi in un’appartamento situato nel centro storico di Napoli.
Qui, farà la conoscenza del suo nuovo coinquilino, Alex, un tipo un po’ bohemien, amante della vita, con sogni di gloria e studente fuoricorso. Alex, odia avere un inquilino in casa, dato che gli altri li ha fatti scappare tutti, ma ben presto si rende conto che Dori non è così facile da mandare via.

Come al solito Anna racconta l’amore in modo così delicato e divertente, che le pagine scorrono veloci e quasi vorresti rallentare per non finirlo mai.

I due protagonisti sono i due opposti.
Lineare e quadrata Dori mentre fuori dagli schemi e esuberante Alex.
Chiaramente i due oltre a collidere l’uno contro l’altro, inizieranno a smussare lati del loro carattere pian piano che si conoscono. L’uno aiuterà l’altra a maturare, perché Alex, all’inizio del libro, ha una maturità di un bambino di quattro anni mentre Dori è fin troppo matura per la sua età e difficilmente si lascia andare nella vita.

E proprio queste loro diversità aiuteranno entrambi a crescere e ad evolvere.

Ho apprezzato molto questo libro, perché oltre l’ambientazione perfetta ( e veritiera ) ho trovato l’idea di scrivere di una scrittrice davvero interessante. Anna, con il personaggio di Dori, palesa la difficoltà di essere un’autrice di romanzi rosa. Affronta tutti i classici cliché che si raccontano sulle donne che leggono e scrivono d’amore e lo ha fatto in modo semplice e divertente.

Chiaramente oltre il parlare di amore il libro è davvero ironico. Ci sono delle trovate totalmente esilaranti ed altre che vi faranno fare gli occhi a cuoricino.

Insomma è un libro per tutti, perché se volete sognare e divertirvi è il libro perfetto.

RECENSIONE: Take a Star di Giulia Ungarelli

Sono un giocatore di baseball. Il capitano. La stella.
Ero abituato a vincere, ma Freida ha cambiato ogni cosa.
Mi sfugge, mi attacca, mi fa andare fuori di testa.
Dice che non può amarmi e sono determinato a scoprire il suo segreto.
Perché arrendermi non è nella mia natura.
Perché arrendermi significherebbe perderla.
Giocherò la partita con lei e, questa volta, sarà la più importante della mia vita. 

Ed eccomi qui con la recensione del libro di Giulia Ungarelli in veste casa editrice. Difatti dopo anni di Self, la nostra cara Giulia ha pubblicato, per la Drieditore, uno sport romance tutto da gustare.

La storia racconta di Freida e Timothy.
I nostri due protagonisti si incontrano un anno prima ad una festa di una confraternita e quella stessa sera hanno un incontro ravvicinato.

Da quel momento in poi Timothy cerca costantemente di catturare l’attenzione di Freida, che però non vuole avere nessun rapporto con lui, dato che è ancora provata da una relazione precedente.

Timothy è il capitano della squadra di baseball della sua università e Freida vuole diventare un ingegnere spaziale della NASA. Sono entrambi molto diversi l’uno dall’altra ma una forza misteriosa li avvicina.

I due protagonisti sono molto caparbi. Timothy vuole Freida a tutti i costi e cerca in svariati modi di avere un contatto con lei, dall’altra parte invece lei cerca di allontanarlo perché non vuole perdere di vista i suoi obiettivi.

Questo libro è il racconto di un amore che nasce lento, che si sviluppa e cresce come i suoi protagonisti.

Oltre la storia d’amore, Giulia, affronta un tema molto complesso, quello del Black lives matter.
Quello che ho apprezzato non è il fatto in se, ma il come questo devasti le persone intorno ad un evento del genere. Di solito ci si focalizza sull’azione ma non su quello che sentono le persone accanto alla vittima.

Durante il libro, infatti, scopriamo un segreto di Freida che le ha devastato la vita. Un segreto che le scorre ancora addosso e che, con molta difficoltà, Timothy cercherà di scoprire per aiutarla a voltare pagina.

Non sono due protagonisti semplici, così come non è semplice questa storia.

Ho trovato la scrittura di Giulia notevolmente cambiata dal suo primo libro.
E’ una scrittura fluida e matura. L’autrice riesce a portare su carta il disagio dei suoi protagonisti, la lotta interiore, l’amore.

Insomma è uno sport romance davvero interessante che non si focalizza solo sulla storia d’amore tra i due protagonisti, ma anche su tematiche potenti.

In conclusione … Ho amato molto questo libro.