RECENSIONE: Ritornare a casa di Liliana Onori

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trama

Georgia, 1972. Sullo sfondo dell’immaginaria e assolata cittadina di Jules, l’amicizia tra Mike e Bobby, cresciuti insieme come fratelli, viene stroncata bruscamente dalla morte di quest’ultimo in un tragico incidente aereo.
In seguito alla sua perdita la vita di Mike cambia radicalmente e, incapace di sopportare oltre le continue violenze subite da parte del padre, prende la decisione di fuggire da Jules per ricostruirsi una vita in un’altra città, lontano dai ricordi. Una vita nuova, quindi, che gli regalerà anche un nuovo amore e l’occasione di ricominciare a vivere le cui circostanze lo costringeranno, suo malgrado, a ritornare a casa dopo vent’anni di assenza e a fare i conti con i fantasmi del passato. ‘Ritornare a casa’ è il romanzo di esordio di Liliana Onori, ora completamente rivisto dall’autrice. Ne è nata una storia nuova, ricca di emozioni, passioni, sentimento.

recensione

Questa è la recensione di una collaborazione. Un po’ di tempo fa l’autrice mi ha contattata per permettermi di leggere il suo racconto. Ovviamente la mia lentezza la fa da padrone, ma alla fine ce l’ho fatta.

La prima cosa che voglio dire è: Complimenti.
Ho apprezzato molto questo libro e trovo che l’autrice sappia descrivere le emozioni in modo delicato, seppur siano forti e destabilizzanti.

Ma partiamo con ordine.
La storia ci introduce l’amicizia di Mike e Bobby, due ragazzi legati da varie disgrazie. Entrambi sono cresciuti senza il conforto dei genitori. I genitori di Bobby sono partiti e hanno abbandonato il ragazzo con la nonna, mentre Mike vive con un padre violento e senza la madre, morta alla sua nascita.
I due vengono cresciuti da Robert che diventa come un padre facendoli appassionare agli aerei, siccome è un ex aviatore della marina che ora gestisce l’hangar di Jules, dove ripara velivoli. Infatti i due crescono con il desiderio di diventare come lui, o almeno Bobby.
Purtroppo, proprio per questa sua passione, decide di provare un aereo arrivato nell’hangar di Robert per essere riparato e muore in un tragico incidente.

Da quel momento in poi la vita di Mike cambia totalmente ed eventi devastanti lo costringono a fuggire da Jules, la sua città.

Grazie all’aiuto di Robert inizierà una nuova vita lontano dagli eventi passati.
Si trasferisce a Savannah ed inizia a lavorare in un caffè. Incontrerà persone e scoprirà vite, fino a trovare l’amore.

Per tutto il libro il ragazzo si scontra con i ricordi ed il suo passato con Bobby, difatti il suo amico, seppur ormai scomparso, aleggia come un fantasma nella sua vita. Mike si sente in colpa per quello che è accaduto e questo senso di colpa lo logora lentamente, cambiandolo nel profondo.

Passati venti anni ed ormai adulto, Mike, è alla resa dei conti, il passato che ha cercato di dimenticare lo richiama ed è costretto a … ritornare a casa.

Questo libro è stata una rivelazione. E’ davvero ben scritto e l’autrice ci introduce nei pensieri del protagonista con estrema eleganza, senza spendersi nei dettagli crudi o in pensieri pesanti e instabili. L’ho trovato catartico e mi è piaciuto molto.

Non è un libro molto grande, ma in poche pagine Liliana Onori, ci regala una piccola perla di qualità a cui ultimamente non sono abituata.

Vi consiglio di leggerlo, se amate le storie di amicizia, di perdita e di riscatto.

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RECENSIONE: Non è detto che mi manchi di Bianca Marconero

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trama

“Fosco è un giovane programmatore con tre grandi passioni: i videogiochi, il parkour e la sua ragazza Gaia. Per sbarcare il lunario collabora con una rivista specializzata. Dopo anni di convivenza, Gaia esige da lui un gesto maturo. Per non deluderla, Fosco pensa di candidarsi per una promozione, sebbene questo significhi aumentare le ore di lavoro e abbandonare definitivamente il videogioco che sta progettando da anni. Mentre lui è alle prese con i suoi dubbi, tutta la redazione è in fermento per l’arrivo di Emilia, una modella star dei social, che collaborerà con la rivista per qualche tempo. Per Fosco la comparsa della popolarissima influencer non è altro che l’ennesima scocciatura, ma una serie di coincidenze inattese porterà i due ad avvicinarsi e a scoprire un’affinità sorprendente… Chi avrebbe mai potuto immaginare che mondi tanto diversi potessero comunicare e capirsi? Più passa il tempo e più Emilia dimostra di essere l’unica persona che sappia vedere Fosco per quello che è davvero, mentre Fosco, superando i propri pregiudizi, riesce a cogliere la vera natura di Emilia. E, per la prima volta nella loro vita, i sogni non sembrano più tanto stupidi, ma straordinariamente realizzabili.
Lei è una star dei social.
Lui vive dietro uno schermo.
Potrà mai essere vero amore?”

recensione

Ciao, io sono Kat e ho appena appreso di essere innamorata di questo libro. Ciao Kat.

Eccomi, come da intro, penso che abbiate capito che il libro mi è piaciuto e non poco. E’ il primo libro della Marconero che leggo e devo dirvi la verità non sarà l’ultimo perché l’ho trovato DE.LI.ZIO.SO.

Ma passiamo alla trama.

La storia ci introduce i nostri due protagonisti, Fosco ed Emilia. Lui è un Programmatore che lavora in una rivista di videogiochi. Amante del Parkour. Sogna di terminare il suo videogioco ed ama alla follia Gaia, la sua fidanzata che però è la tipica donna che nessun uomo vorrebbe, ovvero una rompipalle.


Emilia, invece, è un influencer. Sempre sotto l’occhio dei riflettori che inizia a collaborare con la rivista teen nello stesso stabile di Fosco. Ha una madre arrivista che sfrutta l’immagine della figlia per fare soldi e ad indirizzarla verso il partito migliore.

Due caratteri più differenti che finiscono per incrociarsi. Il loro primo incontro avviene in modo totalmente atipico, siccome Fosco la scambia per l’idraulico ( non è assurdo se leggete il libro ), dato che non la riconosce poiché che non frequenta social e cose del genere.
Insomma, il rapporto tra i due inizia in modo totalmente particolare, ma piano piano inizieranno ad essere amici, fino ad una strana convivenza. Infatti Emilia, quando Fosco scopre che la sua Gaia la tradisce con il collega, lo invita ad andare a vivere con lei, per dividere i costi dell’appartamento.

Credo di aver già raccontato troppo ma fidatevi, questo libro è pieno di suspence e colpi di scena e l’ho totalmente divorato.

La diversità dei due personaggi è perfetta, si completano e per quanto il tutto inizi con una semplice amicizia alla fine si trasformerà in qualcosa di più ( ho amato alla follia la parte delle calamite sul frigo).

Ho apprezzato molto anche i personaggi secondari come Alice ed Alex ( che ritroveremo nei libri successivi dedicati a loro due. Grazie Bianca ) ed i loro continui battibecchi, ma sempre pronti ad aiutare Fosco nei suoi drammi.

L’autrice è stata una scoperta, in rete tutti ne parlavano bene e quindi chi sono io per non leggere qualcosa di questa giovane autrice ( Grazie Internet sei magico ).

In conclusione. Se vi piacciono i botta e riposta, i personaggi particolari, il romanticismo con la pala … io ve lo consiglio davvero tanto questo libro.

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RECENSIONE: Il Labirinto Rosso di Barbara Sarri

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Dopo il caso del killer del flamenco, l’investigatrice Isabel Blanco si trova coinvolta in una nuova indagine: la protagonista è ancora una volta la violenza di genere, della quale lei si occupa insegnando il flamenco come volontaria al centro Una rosa non un pugno!. Ma questa nuova inchiesta sembra caratterizzata dalla presenza di profumi e di donne, che avvicinano Isabel al mondo dell’occulto, e da un labirinto che sembra custodire un inquietante segreto…

Dopo Il ventaglio sulla pelle torna l’investigatrice Isabel Blanco.

recensione

Nelle puntate precedenti: Il ventaglio sulla pelle di Barbara Sarri

Nuova recensione della serie di Isabel Blanco, creata dalla penna di Barbara Sarri.

Dopo diversi mesi dall’uscita di questo libro, mi accingo a mettermi all’opera per raccontarvi le sue nuove avventure.

L’avevamo lasciata in partenza con un nuovo caso da seguire, ma un po’ come Jessica Fletcher, si ritrova immischiata in un nuovo mistero già a bordo del treno.

La donna deve scoprire chi è che ha ucciso una dolce vecchina che viaggiava sul suo stesso vagone. Più avanti scoprirà che è collegata ad una setta di Wicca.

Come al solito non mancheranno gli intrecci. Isabel si ritroverà a dover affrontare, questa volta, qualcosa più grande di lei, che affonda le radici in misteri totalmente estranei a lei, ma che sono comunque collegati alla sua figura.

A farle compagnia troviamo come sempre il solito commissario Romeo Mazzarri, che seppur si siano allontanati ( brevemente ) ritorna da lei facendo maturare il rapporto con la donna.

Oltre il caso, come al solito Barbara Sarri indaga sulle sfaccettature problematiche di donne violate psicologicamente e non solo dai propri uomini. Difatti, ho apprezzato molto la parentesi sul suo centro “una rosa non un pugno” che non è stato accantonato. Anzi è stato reso elemento portante del libro ad un certo punto della storia.

Non farò una descrizione dettagliata perché ogni cosa che scriverei è a rischio spoiler. Il libro è ricco di suspense, quindi meglio evitare.

Devo dire che sono piacevolmente sorpresa da questo secondo capitolo. L’autrice è cambiata positivamente e la sua scrittura è maturata.

Non avevo apprezzato alcune cose nel precedente capitolo, come il vestito d flamenco da super eroina e strane vicissitudini, ma in questo libro ho notato come tutto quello che faceva Isabel fosse completamente coerente, eh si, anche l’abito da flamenco con il ventaglio urticante.

Sempre sul pezzo nonna Erles, che anche da lontano, fa sentire la sua arguta voce.

Insomma, il libro mi è piaciuto molto di più del precedente e lo consiglio vivamente a tutti, soprattutto se vi piacciono le storie di misteri e gialli un po’ thriller con un sottofondo di musica flamenca.

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RECENSIONE: Prophecy. Non puoi sfuggire al tuo destino di Licia Righi

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Cassandra ha perso tutto, anche la gioia di vivere. Costretta a trasferirsi a casa dello zio, a Newport, riuscirà finalmente a ritrovare il sorriso grazie a Cloe e Trevor, due ragazzi che conosce nella nuova scuola. Mentre con Cloe nasce da subito una bella amicizia, con Trevor scoppia un’incontenibile attrazione e, mentre i due ragazzi cercano di destreggiarsi tra questi inaspettati sentimenti, un pericolo venuto da lontano sta per abbattersi su di loro.

Tre ragazzi, due fazioni nemiche, un’antica profezia basata su indissolubili legami di sangue, un unico destino. Solo i predestinati saranno in grado di salvare l’umanità e riportare l’ordine e, per riuscirci, dovranno credere in se stessi e rimanere uniti.

Riusciranno ad accettare questa sconvolgente rivelazione e a prepararsi per le prove che dovranno affrontare?

recensione

Finalmente recensisco questo libro, che ho avuto serie difficoltà a leggere.

Purtroppo non mi è piaciuto e quindi la recensione non sarà un granché positiva. Non mi piace indorare la pillola oppure fingere che il libro sia buono, dato che il “lavoro” di blogger è proprio quello di consigliare. Se si consiglia male solo per accaparrarsi libri dagli autori … beh! cambiate mestiere o hobby.

Ma partiamo dall’inizio.
Il libro, è un Urban fantasy e nasce, cresce e muore a Newport.
La nostra protagonista, Cassandra ( che appena viene introdotta viene descritta come bellissima, stupendissima ed intelligentissima ) ha sedici anni e si è appena trasferita dalla California, a casa dello zio Paul ( fighissimo, bellissimo e stupendissimo anche lui ), dopo il brutale omicidio dei genitori a cui Cassy è sopravvissuta a stento. Il fatto misteriosissimo di Cassy è che lei è una vampira/umana ed è aiutata da Sebastian ( il suo vampiro mentore che forse è l’unico personaggio che si salva in tutta la storia per quanto si perda in qualche evento ) a comprendere bene la sua nuova natura.
Neanche mette piede nella nuova scuola e subito diventa la migliore amica di Cloe mentre venti secondi dopo si innamora perdutamente di Trevor, un ragazzo che ha la simpatia di un istrice. Trevor, neanche la vede e già le ha dichiarato il suo eterno amore ( .patface ).

Se poi ci aggiungiamo che la protagonista adora i romanzi classici ma non conosce Jane Austen, beh c’è qualcosa che non va.

Da quel momento in poi le vite dei tre protagonisti si incroceranno, perché loro sono i prescelti e discendenti di tre famiglie di streghe ( eh beh! ). Si perché Cassy, non solo è vampira/umana ma è anche una strega. Non si fa mancare niente.

In più i continui patimenti della giovane sul fatto che odia la sua natura vampira è davvero snervante … e a volte sembra somigliare ad un personaggio noto della letteratura romance ( chissà chi ù.ù ).

La parte che mi ha fatto definitivamente perdere interesse per il libro è stata quando vengono introdotti i cattivi ( oltre il caso vampiro/umana/strega che mi domando se l’autrice si sia ispirata a tutto quello che c’è in circolazione di Urban fantasy in questo millennio, dato che Twilight, The Original e Buffy sono stati ampiamente usati come base di questo libro ). La scena è totalmente disastrosa. I nostri protagonisti cercano di proteggersi con magie random spiegate dal capo supremo della setta, Richard, quando i vampiri cattivi sono praticamente sull’uscio della porta. Insomma, in un contesto normale sarebbero già morti, ma invece no, siamo in un libro e quindi abbattiamo le leggi temporali con spiegazioni prolisse che potevano essere introdotte in modo più celere. Ma vabbè …

Ritornando a parlare degli altri due protagonisti ovvero, Cloe e Trevor, se uno è una spina nel fianco per tutto il tempo ed ha una madre che quando lo vede gli parte l’ormone e deve elencare tutti i nomi che ha dato ai suoi addominali ( O.o giuro una scena morbosa ed un po’ ai limiti della decenza ), l’altra non è da meno.

L’equivalente di un Alice nel paese delle meraviglie, che quando Cassy le rivela il fattaccio ( ovvero che è una vampira/strega/umana fabulosissima ) fa la bocca a cuoricino iniziando a buttare nel mucchio delle domande da fare tutti i cliché sui vampiri. Ed in più, perché non ci dobbiamo far mancare niente … ci sono anche i licantropi, che fortunatamente non si vogliono accaparrare la protagonista, ma solo Cloe. Infatti la ragazza è innamorata di questo giovane, Ethan, ma non capisce perché l’abbia lasciata quando stavano insieme. Cosi fa andare Cassy in avanscoperta sospettando che anche lui sia un vampiro, ma quando questa fa conoscenza con Ethan i suoi sensi di ragno l’avvertono che è, si, un essere sovrannaturale ma non un vampiro. Chiaramente neanche Ethan si salva dal mucchio dei personaggi assurdi, dato che viene introdotto come fortissimissimo e con la simpatia di un tamarro. Alla fine si rivela un licantropo e porta Cloe nel sul branco per proteggerla quando i genitori di questa vengono rapiti dai nemici.

La situazione idilliaca di Cloe ed Ethan l’ho trovata totalmente copiata dalla saga della Meyer, tranne che non c’è il falò a fare da sottofondo per svelare meglio i punti chiave dei tutto l’ambaradan.

Insomma, il finale rimane sospeso, dato che è una saga.

Ho cercato di trovare qualcosa di positivo e alcune cose sono anche interessanti, ma avrei cercato di strutturare meglio il tutto. I dialoghi a volte sono al limite dell’imbarazzante e del tutto inutili in alcuni contesti.

Il personaggio di Cassandra introduce la sua natura vampira dopo diversi capitoli e di punto in bianco. Sembra quasi come se l’autrice abbia voluto infilare la storia del vampirismo per far diventare il tutto interessante, quando forse poteva essere interessante anche senza una razza in più a condire la storia.

Capisco che è un opera prima per l’autrice, ma credo bisognerebbe revisionare un po’ tutto … ma ovviamente è solo un mio parere.

Sorry!

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RECENSIONE: Storia del nuovo cognome (L’amica geniale #2) di Elena Ferrante

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Lila ed Elena hanno sedici anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso se stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il matrimonio dell’amica, ha scoperto che non sta bene né nel rione né fuori.
Le vicende dell’Amica Geniale riprendono a partire da questo punto e ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo travolgente con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano. Il tutto sullo sfondo di una Napoli, di un’Italia che preparano i connotati allarmanti di oggi.
Della trama non anticiperemo niente. Storia e forza della scrittura fanno tutt’uno al punto che ci pare sconveniente guastare al lettore il piacere di leggere sorprendendosi a ogni pagina. Meglio dunque abbandonarsi a Lila ed Elena: conoscerle a fondo, riconoscersi sia nella tendenza alla conformità acquiescente sia nella caparbia determinazione a prendere in mano il proprio destino.

recensione

Nelle puntate precedenti: L’amica geniale (L’amica geniale #1) di Elena Ferrante

Nuova recensione per voi.
Eccomi qui a parlarvi del secondo capitolo della tetralogia di Elena Ferrante.

All’inizio del libro ci ritroviamo nello stesso punto dove avevamo lasciato le nostre protagoniste. Lila novella sposa e Elena, in piena crisi sentimentale.

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In questo secondo libro vediamo Lila mutare a causa di quest’avvenimento. Inizia ad affrontare il suo matrimonio, già in crisi a causa del “tradimento”, non fisico ma intellettuale del marito. La giovane si rende conto che tutti quelli a cui voleva bene l’hanno solo usata per il loro scopo e la sua fermezza viene meno, facendosi trascinare dagli eventi. Dopo questo per quanto tenti di contrastare il marito, oltre le violenze verbali iniziano anche quelle fisiche, che vengono gestite da chi sta intorno a lei come una cosa “normale” tra moglie e marito, siccome: ” … ha bisogno di essere corretta!” ( Pensate a me che imprecavo in turco mentre leggevo queste parole! )

Elena, invece, senza la sua amica si ritrova a non sapere come gestire la sua vita. Non riesce più a concentrarsi e a vivere spensierata come prima. Affronta anche lei delle crisi, emotive ed intellettuali e si sente sempre meno di Lila. Ovviamente, grazie all’aiuto di questa ritorna sulla retta via e riesce a prendere il diploma arrivando a frequentare la Normale di Pisa.

Il culmine della storia arriva quando Lila invita Elena a passare l’estate con lei ad Ischia.
Ognuna delle due ha uno scopo. Elena, accetta l’invito perché è l’unico modo per rivedere Nino Sarratore, mentre per Lila è l’unico modo per sfuggire dal Rione e dal marito.
L’estate procede lenta, fino a che Lila non capisce di amare Nino, provocando la gelosia di Elena e facendole commettere uno degli errori più “epici” della storia della letteratura italiana.

E alla fine, ci ritroviamo con una Lila che scappa dal marito per andare a vivere con Nino, ed Elena che non parla più all’amica. Infatti da questo punto in poi le due chiuderanno i rapporti ed ognuna prenderà la propria strada. Tutto quello che viene a sapere Elena di Lila, lo sa tramite i racconti degli altri del rione.

La fantasia romantica d’amore di Lila però, svanisce presto. Dopo un litigio con Nino si ritroverà sola e incinta, condizione che l’obbligherà a tornare al marito. Che seppur la riprenda in casa ( facendo credere al rione che sia andata in vacanza ), la bloccherà senza possibilità di uscita. Con la nascita del bambino, la ragazza cambia totalmente per il bene del figlio. Limando quel carattere combattivo che ha sempre avuto.

La goccia che fa traboccare il vaso, arriva quando l’amante del marito rimane incinta ( ovviamente non solo per questo fattore ) e per paura di essere cacciata di casa decide di abbandonare nuovamente il rione, con l’aiuto di Enzo Scanno ( Santo subito ). Il ragazzo, la porta con se a San Giovanni a Teduccio.

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I due vivranno una vita stretta, ma liberi dai contesti del rione e Lila, per non gravare sulle spalle del ragazzo troverà lavoro in una fabbrica di carne, gestita da Bruno Soccavo, conosciuto ad Ischia nell’estate dove tutto è cambiato.

Elena, alla fine del libro è Laureata e Fidanzata ed in più è stata pubblicata da una casa editrice. Quindi, ritorna nel rione e scopre cosa è successo alla sua amica, in più riceve la notizia che la sua maestra delle elementari, viene a mancare e tutti i quaderni che la donna aveva tenuto conservati di Elena, le vengono recapitati. Tra questi c’è il famoso racconto che Lila aveva scritto da bambina, con tutte le correzioni e le note a margine che la donna aveva fatto. Questo spinge Elena a cercare l’amica per farle vedere come la vedeva la sua maestra.

Peccato che quando riesce finalmente a trovare la ragazza, sembra quasi il fantasma della giovane con cui è cresciuta. Tra le due ci sarà un ennesimo distacco, che fa capire ad Elena quanto ormai le loro vite siano completamente diverse.

Il gesto finale di Lila, quella di bruciare il racconto scritto da lei, è un distacco definitivo da quella se stessa che ormai non c’è più, che è svanita li tra le carni macerate e le fiamme.

La storia si conclude con questo ultimo stralcio di vita delle due protagoniste.

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Ho amato questo libro. Divorato Letteralmente. Lo stile della Ferrante è come al solito elegante e superbo e seppur in alcuni momenti avrei voluto lanciare il libro giù dalla finestra, mi ha aiutato a capire alcuni meglio alcuni contesti.

Ho sofferto con Lila, la brutalità della sua vita, della violenza fisica e verbale del marito. Ho capito quanto fosse “normale” per una donna di quell’epoca quella condizione, una condizione che è ancora molto attuale.
Più continuo a leggere questa serie, più mi rendo conto che per quanto l’ambientazione sia lontana è più vicina di quanto pensassi.

In questo capitolo le nostre protagoniste maturano, da bambine diventano donne, affrontando la vita con una consapevolezza diversa. Lila, diventa madre e moglie, Elena, studentessa e scrittrice, allontanandosi sempre di più dal Rione e dalla sua città.
Entrambe, alla fine di questo libro riescono ad abbandonare la vita stretta che possedevano in un modo o nell’altro.

Come al solito entrambe vivono nella vita dell’altra ed ognuna vuole essere l’altra, ma questa volta si lasciano con l’amaro in bocca, di un amicizia sfumata ma che comunque fa parte di loro.

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Ci vediamo al terzo libro e alla prossima recensione.

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RECENSIONE: Obbligo o verità (Winston Brothers #1) di Penny Reid

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Jessica James, laureata da poco ma da sempre con la testa sulle spalle, è pronta a fare ritorno nella sua piccola città natale del Tennessee per prepararsi alla vita di viaggi che sogna da sempre.Ad attenderla ci sarà la sua eterna cotta infantile, Beau Winston, il cui sorriso amichevole non ha mai smesso di farle cedere le ginocchia e annodare la lingua, ma soprattutto il suo avversario di sempre, Duane Winston, il gemello di Beau.
Due uomini che potranno anche condividere lo stesso cognome e un viso dal fascino devastante, ma dove Beau è affabile ed estroverso, Duaneè silenzioso e riflessivo.
Complice un simpatico equivoco e un’interessante partita a Obbligo o Verità, Jessica si ritroverà a chiedersi se dietro alla rivalità con Duane non si nasconda molto di più. Scoprire l’eterna e insaziabile cotta del gemello burbero la lascerà decisamente impreparata, per non parlare della scoperta delle sue mani bollenti, della sua bocca bollente, e del suo aspetto… ancora più bollente. Ora che l’infatuazione per Beau è svanita, Jessica siritrova sempre più attirata dal suo avversario di infanzia.
Se poi a questa gran confusione si aggiungono un gatto assassino, i guai con una banda di motociclisti e i sogni di una vita, quanto sarà disposta a rischiare una ragazza con la testa sulle spalle e il cuore sottochiave?

Preparatevi a farvi conquistare dalla simpatia e dal fascino barbuto dei fratelli Winston, dei veri rudi uomini del sud con l’animo da gentiluomini!

recensione

Ed eccomi a parlarvi di questa nuova serie di libri, editi dalla Always Publishing che ormai è sintomo di garanzia e qualità.

Ma parliamo del libro in questione.

Finalmente anche io ho conosciuto i fratelli Winston. Per la precisione i Gemelli, Beau e Duaine. Insomma, due manzi con la chioma rossa e due caratteri completamente diversi. Beau è il fratello “tranquillo” quello dai modi gentili e amato da tutti, Duaine invece è quello scontroso e un tantino irascibile.

E’ proprio per questo che la nostra protagonista, Jessica James, tornata a casa dopo vari anni passati fuori, ha paura di rivedere i due fratelli. Siccome, uno lo ama e l’altro lo odia. Ovviamente, come già detto prima, non è difficile capire di chi sia innamorata la giovane.

Infatti, quando per la festa di Halloween, si incontra con uno di loro due, subito pensa che quello con cui sta parlando sia Beau, per i modi affabili e gentili che ha nei suoi confronti. Peccato che dopo essere stata trascinata dietro le quinte del teatro … quello che si trova a baciare non sia proprio il fratello giusto.

Non continuo ulteriormente. Siccome la trama è bella ingarbugliata. Però è una trama divertente ed i fratelli Winston, si conoscono più o meno tutti, durante il corso della storia.

Jessica è una giovane Nerd, insegnante di matematica, che ha la sindrome di Wanderlust, ovvero la voglia di viaggiare e partire scoprendo il mondo. Lei, infatti, è tornata nel paese, solo per accumulare il necessario per partire all’avventura.
Duaine invece è uno che ha sempre vissuto nello stesso luogo, tra le sue montagne e la sua officina, che gestisce con il fratello Cletus ( … ❤ ), il cervellone della famiglia, ed il suo gemello.

I due protagonisti di questo primo capitolo, si amano e si odiano. E continuano a sfidarsi tra di loro con il gioco “Obbligo o Verità” ( come da titolo ), un gioco che li porterà a scoprirsi piano piano e ad innamorarsi sempre di più. Ovviamente, i caratteri di Duaine e Jessica ed i loro rispettivi desideri saranno al centro della loro storia d’amore.

Come in tutti i libri “serie”, le vicende tra i due, sono contornate da altre vicende ed altri personaggi, che rivederemo nei prossimi libri ( Cletus, io ti aspetto ❤ ).
Non so se si è capito ma il mio preferito, colui che ha toccato le corde del mio cuore è senza dubbio Cletus, il terzo fratello Winston, colui che con ironia e intelligenza, salva SEMPRE i suoi fratelli.

In conclusione. La storia è molto carina, i due personaggi anche, quindi se volete qualcosa di leggero ed ironico, sono convinta che questo sia il libro perfetto per voi. Ed io non vedo l’ora di leggere di nuovo qualcosa dei fratelli Winston.

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RECENSIONE: Le Ombre (Black Dagger Brotherhood #13) di J.R. Ward

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Venduto dai genitori alla Regina della s’Hisbe da bambino, Trez si è sottratto a una sorte da schiavo lasciando il Territorio e ha vissuto per anni rifugiandosi nei bassifondi di Caldwell. Non ha mai avuto nessuno su cui poter contare, a parte suo fratello iAm, che ha giurato di salvarlo dall’autodistruzione. Solo quando l’Eletta Selena entra nella sua vita, Trez comincia a cambiare e iAm capisce di avere fallito. Ma è troppo tardi per i cambiamenti: la promessa di unirsi alla figlia della Regina è stata fatta e non c’è modo di sottrarsi all’obbligo di sposarla. Intrappolato fra i desideri del proprio cuore e un destino che non ha mai scelto, Trez dovrà decidere se mettere in pericolo se stesso e i suoi compagni oppure lasciare per sempre la donna che ama. Il destino, però, ha in serbo nuove e gravose prove: una tragedia inimmaginabile si abbatte su Trez, cambiando la sua vita una volta per tutte e costringendo iAm a un’estrema prova di amore fraterno, che consentirà a entrambi di far conoscere la forza del loro legame.

recensione

Ad ottobre ho terminato un nuovo capitolo della saga della Confraternita del pugnale nero. Ebbene si, siamo al tredicesimo libro di questa serie e devo dire la verità ancora non mi da noia. Ormai Zia Ward è la mia Zia preferita. Seppur a questo giro i protagonisti principali della storia non e che mi abbiano entusiasmata molto.

Come al solito la storia, per quanto sia indirizzata su due personaggi ( questa volta sono Trez e Selena ), è sempre corale. Quindi seppur ci focalizziamo soprattutto su loro due, quelli che ho decisamente preferito di più sono stati i personaggi secondari, che vengono introdotti dalla Ward per i prossimi libri.

In questo libro, oltre i due che ho già citato sopra troviamo anche: Xcor e Layla, IAm fratello di Trez, Rhage e Mary e una new entry, ovvero Paradise, la figlia di Abalone che introduce la nuova serie della Ward quella degli Eredi.

Partiamo da Trez e Selena.
I due si erano già incontrati nei capitoli precedenti, introducendo un ipotetica storia d’amore che si annuncia già tormentata in partenza a causa dei problemi di salute di Selena.
L’eletta purtroppo ha ereditato una malattia che prendono solo quelle della sua specie, ovvero, con il passare del tempo si bloccano e muoiono rimanendo intrappolate nel loro corpo ( che ansia! ). Trez, oltre al dover pensare che la sua donna potrebbe morire da un momento all’altro, deve pensare anche al fatto che la s’Hisbe, ovvero i membri della sua razza ( le ombre ) lo vogliono reclamare per farlo accoppiare con la principessa, siccome è destinato a quello. Ovviamente il vampiro non ha nessuna voglia di tornare in quel luogo ed essere imprigionato per sempre per fare da toro da monta alla suddetta principessa che non conosce nemmeno.
Insomma, la storia tra Trez e Selena è abbastanza soporifera, siccome, detto volgarmente, trombano come ricci praticamente per mezzo libro. Unica nota a favore, l’inseguimento con la macchina e un Fritz ( il maggiordomo ) che praticamente fa un baffo a Vin Diesel.

IAm è stato il personaggio più bello di questo libro. E’ sempre stata “l’ombra” del fratello, quello che cercava di proteggere Trez da tutti i suoi tormenti ed anche in questo caso lo fa, sacrificandosi ed andando alla s’Hisbe per trovare una cura per Selena e conoscendo la “Maichen” una giovane schiava che cerca di aiutarlo a trovare una cura per il fratello. IAm, per chi legge la serie, sa che è molto legato alla sua cultura e che come questa vuole non si è mai donato a nessuna donna, siccome non ha mai trovato quella giusta. Ma nell’attimo che incontra la Maichen, tutto cambia. Il finale è … Epico, soprattutto per quanto lo riguarda.

Ritornando ai membri della confraternita, la Ward ci regala nuovamente il punto di vista di Rhage ( che era stato il personaggio principale del secondo libro della serie), che sta passando un pessimo periodo a causa dell’assenza della sua Mary, che è bloccata nel “Porto Sicuro” ( centro istituito per dare asilo alle vampire maltrattate ), ma oltre a scoprire la sua agonia, l’autrice non ci regala molto, siccome … il bello verrà nel prossimo libro.

Gli ultimi due personaggi che sono stati introdotti sono Xcor e Layla che continuano a vedersi di nascosto all’insaputa di tutti, dato che se nel caso si venisse a sapere, i confratelli non sarebbero così contenti, dato che Xcor precedentemente ha tentato di uccidere Wrath. Non lo sarei neanche io in realtà. Ma oltre a vedere Layla molto concentrata a sezionare il pisello di Xcor, non c’è molto da dire.

La New Entry, Paradise è il personaggio introduttivo per lo spin-off della Confraternita. Infatti i fratelli stanno cercando di riaprire il centro di addestramento per le nuove reclute, permettendo anche alle donne di allenarsi e diventare guerriere. Paradise, che è un membro della glymeria ( alta società dei vampiri )  vorrebbe iniziare l’addestramento, seppur il padre non voglia dato che è poco consono. Ad ogni modo la giovane inizia a lavorare come segretaria per conto di Wrath ed inizia ad introdursi nelle dinamiche della confraternita fino a che poi non riuscirà ad ottenere ciò che vuole. Infatti la troveremo nel primo libro di questa nuova serie.

In conclusione. Questo capitolo, eliminando Trez e Selena, mi è piaciuto molto. Ho trovato molto triste il finale destinato alla coppia principale ( ma ho il sospetto non finirà qui ) e ho apprezzato molto la piega che l’autrice ha fatto prendere al personaggio di IAm che per lungo tempo è rimasto in silenzio e che finalmente ha fatto sentire la sua voce.

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RECENSIONE: Le concubine del pianeta Gomoro di Lidia Calvano

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Zofar, un pianeta sterile e radioattivo, dove gli uomini sono sfruttati come forza lavoro e le donne sono schiave: è questa la punizione per una stirpe che si è ribellata alla crudele conquista degli umanoidi di Alpharian.
Tra le schiave, la rossa Ester suscita l’interesse di Oroder, il soldato che la sceglie come concubina per portarla con sé sul lussureggiante Gomoro, l’harem degli alphariani. Ma cos’ha davvero di speciale Ester?
Oroder non è spietato come il suo popolo e tra lui e la concubina scoppia un’attrazione che si tramuta ben presto in un sentimento travolgente. Ester tuttavia è chiamata a una scelta: seguire le ragioni del cuore o obbedire all’appello dei suoi simili che reclamano vendetta.
Una storia intrigante e passionale, sullo sfondo di scenari apocalittici e di guerre planetarie, che non risparmia batticuori e colpi di scena sino all’ultima pagina.

recensione

Partiamo con la prima Recensione dell’anno.
E lo si fa proprio con una Collaborazione.

Questa è una collaborazione con la casa editrice Emma books. Una casa editrice digitale dove molte autrici emergenti ed affermate pubblicano i loro scritti.

Ero molto scettica all’inizio. Il libro è molto piccolo e non credevo che potesse avere una storia interessante. Peccato che mi sia totalmente ricreduta. In così poche pagine, l’autrice ha saputo regalare a noi lettori una storia degna e avvincente. A volte scrivere un libro non deve per forza comprendere molte pagine, anzi, se l’autrice sa scrivere, può tranquillamente regalare una storia fantastica in poche righe.

Ma partiamo dall’inizio.
Ci troviamo a Zofar un pianeta devastato dalla guerra tra due popoli. Il popolo del pianeta, i Zofariani sono dominati da questi umanoidi ( in stile Blade Runner ) gli Alphariani. Gli uomini di Zofar vengono portati nei campi di lavoro e le donne selezionate tra di loro e divise in due gruppi. Una parte di queste donne chiamate fattrici, viene usata per essere fecondata in modo da creare nuovi Zofariani, da utilizzare come forza lavoro ( ovviamente solo i maschi ), mentre l’altra parte vengono utilizzate come schiave del piacere.

La nostra protagonista, Ester, è una di quest’ultime. La sua particolarità è che ha una chioma rossa. Infatti è forse una delle ultime a possederla. Questo le da un vantaggio poiché gli umanoidi amano particolarmente le donne con quel colore di capelli.
Quindi Ester viene presa e condotta da Oroder, un generale che cerca una concubina tra le donne del pianeta. Il timore iniziale di Ester è quella di essere trattata in modo brutale, a causa sia dei racconti di tutte le donne che ha incontrato ma anche per la poca delicatezza degli umanoidi dato che le usano per il loro piacere e basta.

La fortuna vuole che Oroder non sia così. L’umanoide è gentile nei suoi confronti e per quanto all’inizio tra di loro ci sia una certa freddezza le cose mutano. Ester, dopo un periodo di tempo e conquistando l’umanoide, viene condotta a Gomoro, il pianeta base degli Alphariani. Lì incontrerà altre concubine come lei, che vivono in una bolla fittizia di perfezione e lusso.

Da questo momento in poi Ester, oltre a salvare la sua vita, dovrà salvare anche la vita di Oroder a causa dell’imminente guerra tra ribelli e umanoidi.

Il finale per quanto affrettato l’ho trovato molto coerente con la storia, seppur avrei voluto leggerne di più.

Come dicevo prima, la storia, per quanto breve, è ben strutturata. L’autrice ha saputo dare vita ad un racconto avvincente, senza far perdere il filo al lettore. Non tralasciando niente e spiegando in breve i fatti precedenti, senza risultare troppo prolissa.

Certo nella sua brevità, ci sono delle cose che avrei approfondito meglio, ma credo che sia la bellezza di questo libro. Breve ed incisivo.

Insomma, lo consiglio davvero, perché avevo già sentito parlare della Calvano, ma adesso ho la certezza che sia anche un ottima scrittrice.
Quindi se vi piacciono gli umanoidi, storie d’amore e avventura, questo è il libro che fa per voi.

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RECENSIONE: Ti amo per caso (Elements #1) di Brittainy C. Cherry

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Mi avevano messa in guardia su Tristan Cole. «Stai lontana da lui», mi diceva la gente. «È crudele». «È freddo». È semplice giudicare un uomo dal suo passato. Troppo facile guardare Tristan e vedere un mostro. Ma io non potevo farlo. Ho riconosciuto il male che si portava dentro, perché era simile a quello che viveva in me. Eravamo due persone svuotate. Entrambi alla ricerca di qualcosa di diverso. Qualcosa di più. E insieme abbiamo deciso di provare a mettere insieme i frammenti del nostro passato. Poi, forse, potremo finalmente ricordarci di respirare.

«Lei mi spogliò e fece l’amore con il suo passato. Sono scivolato dentro di lei e ho fatto l’amore con i miei fantasmi. Non era giusto, ma in qualche modo aveva senso. La sua anima è piena di cicatrici, la mia è stata bruciata. Ma quando eravamo insieme, il male faceva un po’ meno male. Quando eravamo insieme, il passato non era così doloroso da accettare. Quando eravamo insieme, non mi sentivo più solo».

recensione

E’ la prima volta che leggo qualcosa di questa autrice. In rete tutti ne parlavano bene e quindi ho deciso di leggere il primo della serie “Elements”.

Questo non è il classico libro d’amore. Quello “giovane” e delicato. Questo libro parla di un amore diverso. Un amore derivato dalla perdita che logora e cambia le persone.

I protagonisti di questa storia sono Elizabeth e Tristan.
Lei vedova con una figlia che dopo un anno in casa con la madre, decide di ritornare nel suo paese, Meadows Creek. Quello dove aveva costruito la sua casa con il suo defunto marito. Ovviamente l’inizio per la giovane donna è molto complicato, tutto le ricorda il marito.

Un giorno per errore mentre sta camminando in macchina con la figlia investe un cane che si scopre essere di un uomo che sta correndo tra i boschi, scalzo e senza meta.

Tra i due scatta subito uno strana scintilla. E la ragazza decide di portare il cane dal veterinario seppur l’uomo non voglia il suo aiuto.

Dopo quella vicenda i due si incontrano e scontrano praticamente sempre. Lei scopre che Tristan, questo è il nome dell’uomo, si è trasferito nel paese da un anno e non parla con nessuno. Anzi, tutto il paese lo etichetta come un matto da cui stare lontani. L’uomo lavora in una bottega del paese gestita dall’eccentrico signor Henson ed è il suo vicino di casa.

Seppur la nostra protagonista sia messa in guardia più volte dagli amici, lei cerca Tristan, come se lui potesse capire il suo malessere. Infatti l’uomo, come lei, ha un passato che lo logora dentro. Pure lui ha perso la moglie ed il figlio in un incidente stradale.

Non continuo ulteriormente a raccontarvi la storia, ma posso assolutamente dirvi che ho trovato questi due personaggi perfetti nella loro imperfezione. Il loro starsi vicino, il loro respingersi ed attrarsi è quello che rende perfetto questo libro.

Il personaggio di Elizabeth è afflitto dalla disperazione ma grazie alla figura di Tristan affronta il suo dolore, lo modifica e lo fa suo rendendolo parte integrante della sua vita e della sua storia con l’uomo che le sta accanto.

Tristan è un personaggio complesso che non ha più nulla da perdere. Ha abbandonato i suoi sogni, i suoi progetti la sua vita a causa di un dolore più grande di lui che non riesce ad abbandonarlo. Ma con l’aiuto di Elizabeth unisce il suo dolore a quello di lei, rendendoli un tutt’uno.

La storia ha anche un risvolto thriller, che ho trovato particolarmente interessante insieme ai personaggi di contorno.

Ho amato alla follia la migliore amica della protagonista Faye, che ha smorzato la tensione e la tristezza del libro con le sue piccole parentesi comiche.

Insomma, se cercate un libro romantico ma allo stesso tempo drammatico questo è il libro che fa per voi.

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RECENSIONE: La corte di nebbia e furia (A Court of Thorns and Roses #2) di Sarah J. Maas

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Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l’eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l’arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto – secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte – è per lei quasi un sollievo.

Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

recensione

Nelle puntate precendenti ù.ù

Rieccomi qui a recensire la seconda parte della saga di Sarah J. Maas.
Dove eravamo rimasti? Ah!

PREMESSA:

Se non avete letto il primo o comunque non volete spoiler … non leggete. O al massimo andate direttamente alla fine del post ù.ù

:FINE PREMESSA

Eravamo rimasti con la nostra protagonista, Freye, morta e fatta risorgere diventando una fata da tutti gli High Lord di Prythian come ringraziamento per averli salvati da Amarantha, la cattivona di turno. Quindi, la nostra protagonista, non solo muore e resuscita per salvare il suo “grande amore” Tamlin, ma diventa anche una Fata. Uao! ( cosa che odia già tantissimo ).

Nel frattempo Tamlin sembra cambiato. Se prima, anche se con molta reticenza, Freye poteva uscire e scorrazzare in giro per la Corte di primavera, da quando sono tornati dal regno sotto la montagna, sembra volerla chiudere in casa cercando di tenerla occupata con i preparativi del loro matrimonio. Ovviamente la nostra protagonista non sembra essere felice di questa cosa e cerca di trovare un modo per liberarsi dalla morsa di Tamlin. Fino a che il giorno del matrimonio, prima di dire “Si, lo voglio!” … compare Ryhsand a riscuotere il suo patto con Freye. La ragazza, infatti, aveva fatto un patto con il Lord della corte della Notte quando era nelle grinfie di Amarantha, ovvero quello di passare una settimana al mese nella sua corte, in cambio di aiuto. Quindi, seppur arrabbiata da una parte, quel “salvataggio” la salva.

Da qui in poi conoscerà anche un’altra corte, quella della Notte, dove vengono introdotti nuovi personaggi. Scoprirà cose a lei oscure che le erano state nascoste dallo stesso Tamlin.

Come al solito evito di spoilerare altro del libro in questione. Anche perché, come ho specificato nella recensione precedente, questa serie è talmente bella che sarebbe un eresia spoilerarla facendovi perdere il gusto di leggere il resto della storia.

Se il primo libro è liberamente ispirato alla Bella e la Bestia, questo secondo capitolo ci regala un ispirazione mitologica, ovvero il mito di Ade e Persefone ( e se vogliamo proprio dirla tutta anche un po’ di Twilight, perché infondo mamma Meyer ha ispirato il mondo ).

Ryhsand è un personaggio controverso. Perché nel primo libro ci veniva descritto in modo totalmente opposto. Approfittatore, doppio giochista etc. etc.. In questo capitolo, invece, ritroviamo lo stesso personaggio con gli stessi difetti ma diverso. E come se l’autrice ci avesse regalato una nuova sfaccettatura del personaggio, modificando la visione di tutto quello che avevamo letto nel primo libro. Infatti, anche il personaggio di Tamlin che io ho AMATO nella prima parte … in questo capitolo muta fino a farti provare odio.

Non so se l’autrice lo abbia fatto perché durante la stesura si era resa conto che il personaggio del High Lord della corte di Primavera fosse troppo “perfetto” ma questo cambiamento mi ha fatto storcere un po’ il naso, siccome mi è sembrato quasi come se volesse ribaltare le carte in tavola per far un favore ai fan che amavano Ryhsand, insomma Fan service puro. Ma non lo so, sto solo ipotizzando.

Sta di fatto che pure se fosse stato così, non ha sgarrato di una virgola, perché tutte le scelte e le cose che succedono hanno una coerenza così perfetta, da non infastidire chi sta leggendo la storia.

Freye, dopo il cambiamento da umana/fata, inizia a comprendere meglio se stessa e proprio grazie a Ryhsand comprende di essere stata chiusa in una gabbia dorata da chi credeva di amare, a causa proprio del suo cambiamento. Infatti, l’essere stata trasformata in fata da tutti i Lord delle corti di Prythian le ha permesso di acquisire i poteri di tutti diventando lei stessa un arma potentissima. L’unica forse che potrebbe sconfiggere il nuovo “cattivo” in arrivo ( vabbe, in realtà vecchio! ) ovvero il re Hybern.

La fine del libro si chiude con un cliffhanger un po’ infame e se pensate che quando ho finito il libro il terzo sarebbe uscito da li ad un mese, immaginate la mia agonia.

In conclusione. Il libro lo consiglio a TUTTI, è un ottimo fantasy che non perde smalto e non annoia dall’inizio alla fine.

voto5